VICALVI
altezza m. 590
abitanti 750 circa
altezza m. 590
abitanti 750 circa
Come
arrivare
Percorrendo la superstrada Cassino-Sora si prende l’uscita con l’indicazione Alvito/Vicalvi e ci si immette sulla Statale 627. Si seguono le successive indicazioni per Vicalvi e dopo un breve tratto, in località Delicata, la parte bassa e moderna del comune, inizia la salita per il borgo antico (km 3,5).
Percorrendo la superstrada Cassino-Sora si prende l’uscita con l’indicazione Alvito/Vicalvi e ci si immette sulla Statale 627. Si seguono le successive indicazioni per Vicalvi e dopo un breve tratto, in località Delicata, la parte bassa e moderna del comune, inizia la salita per il borgo antico (km 3,5).
Presentazione
Il piccolo paese, situato sulla sommità di un colle,
venne edificato in epoca medioevale intorno l’antico castello che ancora oggi
si manifesta al visitatore in tutta la sua grandezza. Una enorme croce dipinta
sulla parete occidentale
ricorda il triste periodo della Seconda Guerra
Mondiale quando la fortezza venne trasformata in ospedale militare.
In epoca recente, alla base del colle lungo la Statale 627, per evidenti motivi di opportunità si è sviluppato un moderno nucleo abitativo con gli uffici pubblici, le scuole e le attività commerciali.
In epoca recente, alla base del colle lungo la Statale 627, per evidenti motivi di opportunità si è sviluppato un moderno nucleo abitativo con gli uffici pubblici, le scuole e le attività commerciali.
Elenco dei monumenti
- Castello - edificato nell’XI secolo
- Biblioteca Comunale - vecchio municipio, di fronte la chiesa
- Chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista - interno barocco, volta con affreschi
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Convento San Francesco - XIII secolo, situato in pianura adiacente la superstrada
- Località Delicata - moderno centro abitato, nella parte bassa, sulla statale, oggi sede di municipio
Brevi cenni
di storia
L’origine dell’insediamento si fa risalire ad epoca preromana
quando il territorio era occupato dal popolo dei Volsci. Gli stessi Romani
costruirono successivamente sulle loro mura. Con l’avvento dei Longobardi (VIII
secolo) iniziarono le prime opere di fortificazione. Nel corso del X secolo si subirono
i saccheggi dei Saraceni e grazie all’intervento dell’Abate Aligerno, prima del
Mille, si ebbe la ricostruzione delle fortificazioni e delle chiese. Il primo
documento che attesta la presenza del castello è del 937.
Del 1017 è una donazione dei Principi di Capua a favore dei monaci di Montecassino. All’inizio del ‘200 i Conti De Aquino ne vennero in possesso fortificando ulteriormente la fortezza con una seconda cinta muraria. Nel corso del ‘300 il feudo passò agli Etendard (italianizzati in Stendardo), che effettuarono lavori di ristrutturazione apportando elementi architettonici gotici; di nuovo tornò ai De Aquino per finire verso la fine dello stesso secolo ai Cantelmo. Quest’ultimi preferirono però trasferire la loro dimora nel castello di Alvito.
Del 1017 è una donazione dei Principi di Capua a favore dei monaci di Montecassino. All’inizio del ‘200 i Conti De Aquino ne vennero in possesso fortificando ulteriormente la fortezza con una seconda cinta muraria. Nel corso del ‘300 il feudo passò agli Etendard (italianizzati in Stendardo), che effettuarono lavori di ristrutturazione apportando elementi architettonici gotici; di nuovo tornò ai De Aquino per finire verso la fine dello stesso secolo ai Cantelmo. Quest’ultimi preferirono però trasferire la loro dimora nel castello di Alvito.
Nei secoli a seguire il piccolo borgo appartenne per lunghi
periodi al Ducato di Alvito (inizialmente Contea) seguendone le sorti. Nel ‘500
subentrò la famiglia dei Cardona e dal 1595 al 1795 il ducato fu in mano dei Gallio.
il moderno Municipio
antico quartiere abbandonato in
ristrutturazione
porta castellana
Qualche notizia
Il Convento di San Francesco venne fondato dal Santo
venuto da Assisi nel lontano 1222. La leggenda vuole che qui il Santo fece
sgorgare acqua dalla roccia dando vita ad una fonte. Nel convento sono
conservate alcune reliquie che appartennero a San Francesco: un crocifisso in
legno, un pezzo di tavola che faceva da cuscino, un residuo del cappuccio di
lana e il “Botticino”, vale a dire un recipiente che conteneva il vino per la
messa.
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Dalla pianura si può ammirare l’antico castello, con
le mura perimetrali integre, svettare sulla valle. Colpisce una grossa croce
rossa dipinta sul lato che si affaccia sulla vallata. Venne realizzata dai
tedeschi nel periodo bellico ad indicare alle truppe nemiche che nella
struttura era stato installato un ospedale da campo.
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