SANT’ANDREA DEL GARIGLIANO
altezza m. 176
abitanti 1430 circa
altezza m. 176
abitanti 1430 circa
Come
arrivare
Provenendo da Roma si esce al casello autostradale di
Cassino. Si prende la Superstrada Cassino/Formia in direzione Formia. Ma solo
dopo 300 metri già si svolta a destra. Si prosegue quindi sulla SP271 per 3,7
km dove si incrocia la SP46 proveniente da Cassino. Si svolta a destra e dopo
4,1 km si arriva ad un nuovo incrocio dove si gira verso sinistra. Si
percorrono poche centinaia di metri e si entra nel centro abitato di
Sant’Apollinare. Rimanendo sempre sulla strada principale, si arriva a Sant’Andrea del Garigliano dopo altri 4,6 km. Da precisare che tutti gli
incroci sono ben segnalati.
Provenendo da Napoli si esce al casello autostradale di San Vittore del Lazio. Si prende verso destra la SS430 in direzione S.Apollinare/Castelforte e la si percorre per 3,2 km. Arrivati ad un incrocio a destra, con l’indicazione di Sant’Ambrogio, si svolta. Si percorrono altri 9 km e si entra in Sant’Andrea del Garigliano.
Provenendo da Napoli si esce al casello autostradale di San Vittore del Lazio. Si prende verso destra la SS430 in direzione S.Apollinare/Castelforte e la si percorre per 3,2 km. Arrivati ad un incrocio a destra, con l’indicazione di Sant’Ambrogio, si svolta. Si percorrono altri 9 km e si entra in Sant’Andrea del Garigliano.
Presentazione
Svettando su tutto, la Torre dell’Orologio sembra
rappresentare il minuto borgo antico nella sua interezza. Le due vicine torri
cilindriche poste sulle mura di guardia ricordano tuttavia che nel passato il
sito era ben munito. Le poche restanti mura ne sono un’ulteriore testimonianza
e proteggono le vecchie abitazioni sopravvissute ai bombardamenti della guerra.
Oggi il comune si sviluppa e vive intorno le più moderne ed ampie Piazza dei
Caduti, adiacente il centro storico, e via Roma, strada di ingresso al paese e di
collegamento tra il Municipio e la Chiesa San Benedetto.
Elenco dei monumenti
- Chiesa Sant’Andrea - all’interno affresco dell’Ultima Cena dell’800
- Chiesa San Benedetto - intitolata a Sant’Antonio fino al 1576, campanile ricostruito dopo l’ultima guerra
- resti mura di cinta con torri cilindriche
- Arco di via Gradini
- Arco di vico Capo di Muro
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- la Pietra Scritta - in località Guardia, iscrizione della moglie di un guerriero in epoca romana
- piccolo porticciolo sul Garigliano - non lontano dal paese
- sorgenti della Mola Salomone - apprezzata fonte di acque minerali poco distante dal porticciolo
il Municipio
Brevi cenni
di storia
L’origine del paese risale all’epoca delle “curtis”, piccole
celle realizzate dai monaci benedettini per controllare e coltivare le terre a
loro donate (la donazione di Gisulfo, Duca di Benevento, è del 744) e che
andranno a costituire, a partire dall’VIII secolo, la Terra di San Benedetto
che, successivamente, raggiunse la massima espansione giungendo fino al mare.
Attorno queste celle, governate da monaci, si ristrinse la gente della campagna
andando a costituire dei primitivi piccoli nuclei. Nel corso del IX secolo i
Saraceni diedero vita a saccheggi e devastazioni costringendo le popolazioni
alla fuga. Con la loro definitiva sconfitta, avvenuta nel 915, ove
precedentemente vi erano le celle si riorganizzarono piccole comunità stavolta
fortificate (intorno l’anno 956), dando origine all’epoca dei “castrum”. Questi
nuclei assunsero con il tempo sempre più l’aspetto di veri e propri borghi e
dopo il Mille divennero delle comunità ben organizzate definite “Universitas
Civium”. Sempre, tuttavia, rimasero alle dipendenze dell’Abbazia di
Montecassino che comunque rimaneva proprietaria delle terre e dei borghi e
provvedeva ad eleggere direttamente le cariche pubbliche.
Nell’817 l’abate Sant’Apollinare fondò la cella di Sant’Andrea. Nell’846 i Saraceni la distrussero. In seguito venne ricostruita sul sito dell’attuale borgo e prese il nome di Castrum Sant’Andreae. In un documento del 1268 sono riportati i confini di Sant’Andrea. Nel 1806, con l’avvento del regime napoleonico, vennero aboliti i privilegi feudali.
Nell’817 l’abate Sant’Apollinare fondò la cella di Sant’Andrea. Nell’846 i Saraceni la distrussero. In seguito venne ricostruita sul sito dell’attuale borgo e prese il nome di Castrum Sant’Andreae. In un documento del 1268 sono riportati i confini di Sant’Andrea. Nel 1806, con l’avvento del regime napoleonico, vennero aboliti i privilegi feudali.
antica porta
bella bifora
supportico ben articolato
Qualche notizia
Durante l’ultimo conflitto mondiale il paese visse
tragicamente gli eventi bellici che si susseguirono. Ebbe infatti la sventura
di far parte della fatidica Linea Gustav, lo sbarramento difensivo realizzato
dai reparti tedeschi per bloccare l’avanzata degli eserciti Alleati. Gli
innumerevoli bombardamenti subiti causarono la distruzione di gran parte del
centro storico.
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In paese tra il Seicento e il Settecento, grazie ad
alcuni brillanti maestri, si sviluppò un’interessante scuola di ceramiche. Di
quelle pregevoli produzioni oggi se ne ha testimonianza nelle maioliche
esagonali poste a decorazione nelle chiese locali (Sant’Andrea, Ausonia e
Vallemaio).
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Simpaticissima iniziativa organizzata nel marzo 2020
dagli ammirevoli anziani del paese volta a rielaborare (e ricordare) le antiche
ricette paesane che tanto mancano oggi sui nostri tavoli. Per gli amanti e
nostalgici della vecchia tradizionale cucina basta andare sul sito
istituzionale del comune e trovare tutte le informazioni a riguardo, anche come
vanno preparate le gustose e semplici pietanze ivi illustrate.
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