09 marzo, 2022

 

POFI
altezza m. 283
abitanti 4120 circa

 

            Come arrivare
Percorrendo l’Autostrada A1 si esce al casello con l’indicazione di Ceprano. Subito vi è una rotatoria con diverse indicazioni tra cui SS6 Casilina. Al successivo e vicinissimo bivio, a sinistra, si gira in direzione Cassino/Frosinone/SS6 Casilina. Arrivati in breve sulla statale, la si prende in direzione Frosinone. Dopo 7 chilometri c’è, sulla sinistra, il bivio per Pofi. Altri 2,6 chilometri e si arriva in paese.

            Presentazione
Il Ferro di Cavallo che si affaccia su Piazza del Mercato (Fierre de Cavaglie e il Piazzone per i pofani) dà inizio alla visita del borgo antico: un vero tuffo nel passato. Il Ferro di Cavallo altro non è che una strada in salita ad “U” che nel 1871 venne realizzata per colmare il dislivello tra la sottostante piazza e l’abitato consentendo un più facile accesso per i veicoli.

L’aspetto negativo è che venne purtroppo abbattuta una delle due porte d’ingresso al paese, la cosiddetta Porta dell’Ulivo con l’adiacente Torre Ceccarelli (al giorno d’oggi sarebbe stato - giustamente - impensabile).
Il tufo grigio scuro, quasi nero, crea un’immagine suggestiva e inconsueta per la nostra provincia. Pofi è situata su un colle

e la strada principale (via Vittorio Emanuele) attraversa l’intera dorsale, prima in salita, poi in discesa.
Il primo tratto (poco ripido) conduce sulla sommità dove, superato un arco, si entra in Piazza Municipio. Antichi edifici la avvolgono lasciando un solo spazio panoramico sul lato rivolto verso il settentrione.

La mole severa dell’alta torre di guardia, oggi definita dell’Orologio, domina la scena. Sul lato opposto la bella Chiesa di Santa Maria Maggiore e frontalmente ad essa la lunga ed alta facciata del Palazzo Baronale con sul portale d’ingresso scolpito lo stemma della famiglia Colonna che queste terre per secoli dominò. L’edificio del Municipio è invece l’adeguamento del bastione di difesa della fortezza che per lungo tempo fu adibito a carcere. La visita del borgo prosegue uscendo dalla piazza sul lato opposto da quello d’ingresso ed anche in questo caso superando un antico arco.
Su quest’altro versante il pendio è più ripido. In fondo al vicolo si passa sotto un primo arco e immediatamente dopo, svoltando a destra, si esce dal centro storico superando il complesso medioevale (un vero gioiello) costituito dalla Porta del Merangolo e dall’adiacente Torre Tazzola. Come già descritto precedentemente, delle due porte di accesso al paese che vi erano è l’unica ancora esistente.

            Elenco dei monumenti

  • Torre dell’Orologio - dell’anno 1300 circa, alta 25 metri, è la sopraelevazione di una cappella precedente, nello stesso periodo fu restaurata l’intera fortificazione

  • Castello/Palazzo baronale dei Colonna - restaurato nell’800

  • Municipio - Bastione Pentagonale, un tempo erano le carceri del castello

  • Chiesa Santa Maria Maggiore - prima notizia del 1108, chiesetta del castello, abbattuta e rifatta nella prima metà del ‘700, tipica dell’epoca ma non barocca; all’interno sei cappelle

  • Chiesa e Convento San Pietro - la parte più antica è la navata maggiore, il convento è del 1704
  • Chiesa Sant’Andrea - probabilmente del ‘500
  • Torre Tazzola - adiacente Porta del Merangolo, abitata dalla famiglia Azzoli
  • Porta del Merangolo - unica delle due porte di accesso rimaste, adiacente Torre Tazzola

  • Palazzo De Carolis - del ‘700, consistenti inferriate alle finestre del primo piano
  • Fierre de Cavaglie - del 1871, strada di raccordo tra il Piazzone, o Piazza del Mercato, e il centro medioevale, per realizzarlo furono demoliti la Porta dell’Ulivo e l’adiacente Torrione Ceccarelli

            Altro da visitare fuori dal centro storico

  • Chiesa Sant’Antonino - romanica, prima notizia del 1125, fuori paese in contrada La Cupa
  • Museo Preistorico - fondato nel 1959, la preistoria del basso Lazio da un milione di anni fa, conserva il cranio dell’Uomo di Argil di 400.000 anni fa rinvenuto nella campagna di Ceprano 

            Brevi cenni di storia
La prima notizia documentata è del 743: in quell’anno alla diocesi di Veroli (Verulana Civitas) appartenevano Bauco, Strangolagalli, Torrice, Ripi, Arnara, Pofi e Monte San Giovanni.
Appartenne a vari signori prima di passare nel ‘300 alla famiglia dei Caetani. Questi erano originari di Gaeta (da cui il nome) e si erano divisi in vari rami; a Pofi arrivò il ramo di Roma ed Anagni.
Nel 1523 ci fu il passaggio all’altra nobile e potente famiglia romana dei Colonna. Durante il secolo ad essi si alternarono i Borgia, i Farnese e i Carafa. Nel XVII secolo i Colonna possedevano vasti territori compresi in 27 feudi; questi vennero divisi in due distinti stati con capoluoghi Genazzano e Pofi. In questi due castelli, per governare ed amministrare, vennero posti gli Uditori che a loro volta rappresentavano il Barone. Ma nel 1734 l’Uditorato dello Stato di Pofi, con tutti gli uffici collegati, venne trasferito a Ceccano con grave perdita per i pofani. Dopo le occupazioni degli eserciti francesi, i Colonna rinunciarono definitivamente ai loro feudi nel 1816. 

ingresso in piazza

sagrato della Chiesa di Santa Maria Maggiore 

            Qualche notizia
Erano 15 i feudi appartenenti allo Stato colonnese di Pofi: Pofi, Sonnino, Ceccano, Patrica, Arnara, Falvaterra, Vallecorsa, Castro, Ripi, Santo Stefano, San Lorenzo (Amaseno), Giuliano, Morolo, Sgurgola e Supino. Pofi era sede quindi dell’Uditorato generale.
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L’intero paese è stato costruito con una pietra basaltica locale di colore scuro.
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Nel 1686 Lorenzo Onofrio Colonna, signore del paese, istituì la fiera di merci e bestiame da tenersi ogni anno il 2 settembre in ricorrenza della festa di Sant’Antonino; ancora oggi si svolge.
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“Gliù girette” è il pittoresco nome con cui i pofani chiamano la circonvallazione che circonda l’antico centro storico all’esterno delle vecchie mura.

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