SORA
altezza m. 300
abitanti 25.900 circa
altezza m. 300
abitanti 25.900 circa
Come
arrivare
Da Cassino si arriva direttamente con la superstrada uscendo a Sora Sud oppure a Sora Centro. Da Frosinone si arriva prendendo la superstrada Ferentino-Sora. Le rispettive uscite autostradali per chi arriva da Napoli o da Roma sono quelle di Cassino e di Ferentino.
Da Cassino si arriva direttamente con la superstrada uscendo a Sora Sud oppure a Sora Centro. Da Frosinone si arriva prendendo la superstrada Ferentino-Sora. Le rispettive uscite autostradali per chi arriva da Napoli o da Roma sono quelle di Cassino e di Ferentino.
Presentazione
Sora è una bella cittadina, tutta in piano. Il fiume
Liri divide la parte antica da quella moderna sviluppatasi successivamente. Il
lungo, rettilineo ed elegante Corso Volsci attraversa per intero il centro
storico;
su di esso si affacciano importanti e caratteristici
edifici pubblici e privati, civili e religiosi. A metà strada si apre
l’ampissima piazza dominata dalla Chiesa di Santa Restituta. Il corso termina
da un lato con il Ponte Napoli sul fiume Liri
e dall’altro con l’imponente complesso formato dal Duomo, dal Palazzo Vescovile, dall’antica torre medioevale e dai resti di mura di epoca romana e preromana. Dall’alto il Castello San Casto domina tutto il circondario.
Elenco dei monumenti
- Torrione aragonese - del ‘400, difendeva la Porta degli Abruzzi ora scomparsa
- Cattedrale Santa Maria Assunta - A tre navate, a croce latina. Edificata sui resti di un tempio pagano del III secolo a.C. dedicato al dio Sole Sorano. L’anno 1100, inciso sull’architrave del portale, è considerato la data della fondazione. Federico II la fece distruggere nel 1229; lui stesso la fece riedificare nel 1250. Nel corso dei secoli tantissime furono le modifiche che vennero apportate. Dopo l’incendio del 12 e 13 gennaio 1916 rimasero solo le mura. All’interno: la parete posteriore l’altare è un antico muro romano con crocifisso ligneo; nella cappella laterale una pala del ‘900 (Pater Noster), un trittico della SS. Trinità del ‘400 e un trittico della Madonna col Bambino tra San Francesco e San Rocco del 1898.
- Palazzo Vescovile del XVI secolo e Seminario interdiocesano del 1565 - attigui alla Cattedrale, il Seminario è tra i più antichi d’Italia
- Chiesa Santa Restituta - Ricostruita in tre navate dopo il terremoto del 1915; l’antichissima primitiva chiesa si trovava sulla stessa piazza ma in posizione diversa. Dell’antica chiesa rimane l’elegante portale centrale. L’attuale facciata ha un rosone al centro e tre porte bronzee realizzate nel 1975 dallo scultore di Anagni Tommaso Gismondi. Sempre sulla facciata sono murati un Privilegio di Carlo II d’Angiò del 1292 (con cui Sora fu dichiarata città regia) e un bassorilievo della dea egiziana Iside.
- Chiesa San Francesco - di inizio XIV secolo, ampliata nel 1363, rimaneggiata nel XVIII, ad unica navata e volta a botte, all’interno sulla parete di sinistra affreschi del XIV secolo, sull’altare affresco del ‘500, sulla vetrata dell’abside decorazione del ‘400
- Chiesa Santo Spirito - di inizio XVII secolo per volere della duchessa Costanza Sforza, barocca
- Chiesa San Bartolomeo - ristrutturata dopo terremoto del 1915, facciata ricostruita in stile neoclassico, all’interno un crocifisso ligneo del ‘500
- Chiesa San Silvestro - costruita nel 1029, demolita nel 1765 e ricostruita nel 1770, unica navata, all’interno tela con San Bernardo del 1770, tabernacolo marmoreo
- Chiesa San Rocco - cappella costruita nel 1430, attuale costruzione realizzata tra il 1750 e il 1754, successivi restauri
- Palazzo Comunale - ex collegio dei Gesuiti istituito nel 1614 dalla duchessa Costanza Sforza
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Castello Santi Casto e Cassio (Rocca Sorella) - XI secolo, l’attuale costruzione è del 1520
- Abbazia San Domenico - fondata nel 1011, riconsacrata nel 1104, tanti i rifacimenti e i restauri, con cripta, il terremoto del 1915 ha distrutto il soffitto a volta, nel 2011 gli è stato assegnato il titolo di basilica minore
- Chiesa Sant’Antonio Abate - adiacente il centro abitato, sul sentiero per il castello, a tre navate, barocca
- Chiesa Madonna delle Grazie - primo documento del 1583, sul sentiero per il castello
- Mura Megalitiche - IV secolo a.C., sul sentiero per il castello
- Convento Padri Passionisti - del 1601 per volere del Cardinale Cesare Baronio
- Santuario Santa Maria della Figura - del ‘700
- Ponte Marmone - I secolo a.C., non distante da San Domenico
- Rava Rossa - parete rocciosa sulle pendici di Monte San Casto, ai suoi piedi gli antichi celebravano riti pagani, adiacente il sentiero che dalla cattedrale raggiunge il castello
Brevi cenni
di storia
Città Volsca, fu occupata dai Sanniti e conquistata dai
Romani. Dal medioevo in poi alla guida della città si susseguirono le famiglie dei
Tomacelli, dei Cantelmo, dei Della Rovere e dei Boncompagni.
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I Romani la conquistarono nel 314 a.C. e la mantennero fino
alla fine dell’Impero.
Nel 702 i Longobardi di Gisulfo I, duca di Benevento,
occuparono Sora e la resero sede di gastaldato. Nel 1062 il territorio fu occupato dai
Normanni.
Dopo la conquista del regno di Napoli, avvenuta nel 1266 da
parte di Carlo d’Angiò, figlio del re di Francia, Giacomo Cantelmo, che scese
in Italia al suo seguito, ottenne vari territori e tra questi Sora. Nel 1399 la
città, con le sue terre, acquisì il titolo di Contea. In seguito, nel
1443, il re di Napoli Alfonso I d’Aragona concesse il titolo di duca a Nicola Cantelmo
e di conseguenza Sora divenne ducato.
Nel 1472 ai Cantelmo subentrarono i Della Rovere. Ciò
avvenne grazie al matrimonio tra Leonardo, nipote di Papa Sisto IV (Francesco
Della Rovere), e Caterina, nipote del Re Ferrante d’Aragona, la quale aveva
avuto in dono, quale dote, Sora e le sue terre.
Il 12 settembre 1579 il Ducato di Sora, e con esso
Arce, divenne feudo di Giacomo Boncompagni, figlio di Papa Gregorio XIII (Ugo
Boncompagni); la somma versata per l’acquisto fu di 100.000 scudi d’oro. La
famiglia ne mantenne il possesso fino al 1° settembre 1796, quando tutti i loro
territori passarono al Regio Demanio. Ad Antonio II, ultimo duca, venne versato
il corrispettivo spettante per la cessione del feudo.
Sora divenne capoluogo di uno dei distretti della provincia di Terra di Lavoro. Dopo l’Unità d’Italia la provincia fu divisa in cinque circondari di cui uno fu quello di Sora. Come tutti i comuni limitrofi, dal 1927 passò alla neo costituita Provincia di Frosinone e di conseguenza entrò a far parte della Regione Lazio.
Sora divenne capoluogo di uno dei distretti della provincia di Terra di Lavoro. Dopo l’Unità d’Italia la provincia fu divisa in cinque circondari di cui uno fu quello di Sora. Come tutti i comuni limitrofi, dal 1927 passò alla neo costituita Provincia di Frosinone e di conseguenza entrò a far parte della Regione Lazio.
il caratteristico Rione
Cittadella un tempo ricco di botteghe artigiane
qui nacque il grande attore
Vittorio De Sica
interno dell’Abbazia di San Domenico
Qualche notizia
La cittadina di Sora gode di storia antichissima.
D’altra parte la sua posizione è davvero strategica: osservandola dall’alto si
nota come su di essa confluiscono la Valle Roveto (via di collegamento con il
vicino Abruzzo), la Valle di Comino (da cui valicando le Mainarde in località
Cardito si raggiunge il Molise) e la Valle del Liri che si apre su tutto il
basso Lazio.
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Le prime costruzioni sulla rocca risalgono ad epoca
remota, addirittura prima dell’avvento dei Romani. Se ne ha una prima menzione
durante l’occupazione del territorio da parte dei Longobardi di Teodosio
(696-706). Successivamente vennero edificate ed ampliate le mura di difesa
medioevali. La fortezza che oggi possiamo ammirare, integra in molte sue parti,
soprattutto nelle mura esterne, risale al 1520 e venne realizzata dall’architetto
Evangelista da Carrara di Bergamo.
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Nella cappella a sinistra dell’altare maggiore della
Cattedrale vi è un trittico raffigurante la Madonna con Bambino affiancata da
San Rocco e San Francesco. L’opera, che risale al 1898, venne realizzata
dall’artista norvegese Cristiano Mayer Ross. Non bisogna sorprendersi che in
una nostra chiesa vi sia custodita un’opera di un pittore venuto dal
lontanissimo Nord Europa. Infatti in quel periodo, nel vicino borgo abruzzese
di Civita d’Antino, si era venuta a formare una vera e propria scuola che per
un trentennio accolse centinaia di artisti scandinavi, specialmente nel periodo
estivo. Fu Kristian Zahrtmann, nel 1883, ad arrivare per primo nel piccolo
centro montano e a restare estasiato di ….”tutto”. Fu lui stesso a creare la
scuola e a promuoverla ai suoi connazionali. Solo il disastroso terremoto del
13 gennaio 1915 segnò la fine di tanto splendore! Tornando a Mayer Ross bisogna
ricordare, visto il forte legame che aveva stretto con la cittadina sorana, che
nel 1893 gli venne conferita la cittadinanza onoraria. wwwwwww
L’Abbazia di San Domenico, fondata nel 1011, fu
costruita sui resti della villa romana di Marco Tullio Cicerone per volere del
benedettino Domenico da Foligno e con il consenso di Pietro di Rainiero,
gastaldo di Sora. Ultimata la costruzione, però, Pietro invece dei benedettini fece
stabilire nel convento un gruppo di monache. Solo in seguito alle notevoli
proteste di Domenico il gastaldo cambiò idea e finalmente i monaci benedettini,
guidati da Domenico, nel frattempo eletto abate, poterono occupare il nuovo
monastero. Purtroppo, circa due secoli dopo, la vita monacale dell’abbazia
divenne meno rigida e poco incline al rispetto delle regole imposte dal padre
fondatore San Benedetto; fu così che il 27 aprile 1222 Papa Onorio III declassò
il monastero rendendolo priorato e affidandolo con successivo atto all’Abbazia
di Casamari. Ma gli eventi negativi proseguirono: nel 1229, per volere di
Federico II, l’abbazia venne notevolmente danneggiata; nel 1472 fu concessa in
“commenda” (erano accordi economici medioevali che curavano tanto gli interessi
commerciali e poco gli aspetti religiosi); nel 1634 fu il terremoto a causare
gravi danni; nel 1653 il Papa Innocenzo III addirittura sancì la chiusura del
monastero per mancanza di monaci!
Si dovette attendere il 1717 per rivedere il
monastero riaperto ai fedeli; vi fu collocato un solo frate e alle dipendenze
di Casamari. Il 19 aprile 1834 alcuni monaci di Casamari, dell’ordine
cistercense, ne presero possesso. Dal 2011 l’Abbazia di San Domenico ha
acquisito il titolo di Basilica Minore.
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