18 marzo, 2022

 

ARCE
altezza m. 247
abitanti 5600 circa

            Come arrivare
Provenendo da Roma, in Autostrada si  prende l’uscita per Ceprano. Si seguono le indicazioni per la SS6 Casilina e per Cassino/Arce; raggiunta la vicina statale la si percorre per circa 9 km dopodiché si entra ad Arce.
Provenendo da Napoli, in Autostrada si  prende l’uscita per Pontecorvo. Svoltando verso sinistra si raggiunge in breve la SS6 Casilina (km 2,5). Si svolta ancora a sinistra, si percorre la statale in direzione Sora/Frosinone per km 11,9 e si arriva nel centro abitato.

            Presentazione
Il centro abitato di Arce si presenta al visitatore con il lungo e soleggiato Corso Umberto I; sul lato a monte costeggiato da una ininterrotta fila di palazzi, in fondo terminante con l’omonima piazza e la scenografica Chiesa dei Santi Pietro e Paolo adornata da due belle e gemelle torri campanarie.

Sul lato a valle il corso è fiancheggiato da un largo spazio elegantemente pavimentato ed abbellito da aiuole, da alberi e da una monumentale fontana ottocentesca. Tutto quanto arricchito da un bel panorama sulla sottostante zona Casilina/Valle e sull’ampia Valle del Liri. Nell’insieme, davvero un gran bel colpo d’occhio!


La parte antica del paese è dislocata interamente al di sopra di Corso Umberto I, abbarbicata al colle su cui svetta la vicina Roccadarce. Il paese appare come un grosso nucleo abitato che si distende lungo le pendici del monte; le  case più in alto sono molto al di sopra del corso e della piazza.

I tempi moderni hanno provocato l’abbandono della maggior parte di questi fabbricati ed oggi, la cittadina moderna, attiva, produttiva, commerciale, vivace, si sviluppa tutta al di sotto di Corso Umberto I, in particolare lungo la Via Casilina.

            Elenco dei monumenti

  • Chiesa Santi Pietro e Paolo - edificata tra il 1702 e il 1744, barocca, a croce greca, del 1949 sono il pavimento e l’altare maggiore, il vecchio campanile ultimato nel 1819 ha orologio del 1826,  il nuovo campanile è stato costruito dopo il 1954, acquasantiere del 1951

  • Chiesa Santa Maria - di origini incerte, costruzione molto semplice

  • Palazzo Municipio - del XIX secolo, edificato sui resti di un antico fortilizio, dal 1845 convento di monaci Sacramentini con annessa Chiesa di San Rocco, dopo l'Unità d'Italia palazzo di giustizia e dal 1910 sede comunale, sulla facciata lapide a ricordo del passaggio di Giuseppe Garibaldi avvenuto il 27 maggio del 1849

  • Palazzo Tronconi - edificato nel 1700, il 22-11-1798 ospitò il Re Ferdinando IV di Borbone

  • Fontana monumentale - del 1877, in Piazza Umberto I

  • Porta Manfredi - è l'ingresso del centro storico e si affaccia su Piazza Umberto I

  • Museo Antropologico “Gente di Ciociaria”

Altro da visitare fuori dal centro storico

  • Parco Archeologico di Fregellae - antica città fondata dai romani nel 328 a.C., da loro stessi distrutta nel 125 a.C. a seguito di una rivolta (vedi sotto)
  • Torre Sant’Eleuterio (detta anche del Pedaggio) - prime notizie del 1431, posto di controllo e dogana (tra Regno di Napoli e Stato della Chiesa) sul confine del Fiume Liri
  • Chiesa Sant’Eleuterio - prime notizie del 1564, ultimata nel 1582, modificata nel 1921 e 1982
  • Cippi di confine tra Regno di Napoli e Stato della Chiesa - sono 14 esemplari, vennero posizionati nel 1847, vanno dal n. 138 al n. 150 (del 141 c'è anche il 141A) (vedi sotto altre notizie)
  • Pietre miliari della via Consolare - sono i migli 62, 63 e 64, sulla strada realizzata dal 1794 al 1821 per collegare Napoli con Sora, indicavano la distanza da Napoli, la distanza tra loro è di 1851 metri corrispondenti al miglio napoletano, oggi i primi due sono sulla S.S.6 Casilina, l'altro sulla S.R.82 Valle del Liri (vedi sotto altre notizie)
  • il Miglione - indica il termine della via Civita/Farnese realizzata dal 1853 al 1855 per unire l'Appia con la consolare Napoli-Sora, nel tratto arcese (oggi via Puzzaca, via Collealto e via Colle Rosa) vi sono i migli 75, 76 (rifatto perché distrutto durante la guerra), 77 e 78 (vedi sotto altre notizie)
eleganti palazzi in Piazza Umberto I

vicolo nel centro storico            

            Brevi cenni di storia
Probabilmente in epoca romana nella zona vi era un’antica villa romana.
Nelle epoche successive le prime abitazioni rientravano nell’estensione delle fortificazioni di Roccadarce, la rocca che con le sue possenti mura controllava il territorio a ridosso del Fiume Liri. E la storia di Arce, nel passato, fu sempre legata a quella di Roccadarce. Nel corso del ‘300, tuttavia, si iniziò a distinguere Arce di Sopra con Arce di Sotto. Le due comunità si divisero amministrativamente, in maniera definitiva, solo intorno la metà del ‘700.
Nel 702 i Longobardi di Gisulfo I, duca di Benevento, occuparono Arce/Roccadarce, Arpino e Sora, creando un gastaldato in quest’ultimo centro. Poco prima del Mille il Principe di Capua donò Arce all’Abbazia di Montecassino; vi rimase legata fino al 1058. In quell’anno sopraggiunsero i Normanni, guidati da Riccardo Conte di Aversa, che si impossessarono dell’intero territorio.
Nel 1191 Enrico VI, Imperatore di Germania, sposando Costanza, figlia di Ruggero, re normanno, prese possesso di queste terre. Durante il XIII secolo seguirono lotte tra Papato e Svevi per contendersi il territorio di confine e nel 1230 lo stesso Imperatore Federico II, di ritorno dalle Crociate, si riprese Arce.
Nel 1266 Carlo d’Angiò, figlio del re di Francia, si impossessò del Regno di Napoli; nel corso del XIV secolo Arce venne concessa prima ai Gianvilla (1307) e successivamente ai Cantelmo (nel 1381 era castellano Giacomo).
Nel 1472 ai Cantelmo subentrarono i Della Rovere. Ciò avvenne grazie al matrimonio tra Leonardo, nipote di Papa Sisto IV (della famiglia Della Rovere), e Caterina, nipote del Re Ferrante d’Aragona, la quale aveva avuto in dono i feudi di Sora e di Arce.
Il 12 settembre 1579 il Ducato di Sora, e con esso Arce, fu acquistato da Giacomo Boncompagni, figlio di Papa Gregorio XIII, per la somma complessiva di 120.000 scudi d’oro. La famiglia ne mantenne il possesso fino al 1° settembre 1796, quando tutti i loro territori furono ceduti al regio demanio.

panorama ripreso dai vicoli più in alto del centro abitato

tra le immagini più belle di Arce (probabilmente la più bella)

            Qualche notizia
Il famoso Cicerone scrisse due lettere in cui probabilmente faceva riferimento al territorio arcese. Una era indirizzata al fratello Quinto e l’altra all’amico Tito Pomponio Attico. In esse si soffermava sul territorio Arcanum e su una Villa Arcana.
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La linea ferroviaria Roccasecca-Arce venne inaugurata il 4 dicembre 1884. Il 1° luglio 1891 divenne funzionante anche il tratto  che congiungeva Arce alla cittadina di Sora. Il 10 ottobre 1895 si raggiunse Balsorano. Finalmente, il 20 agosto 1902, si poté raggiungere in treno la città marsicana di Avezzano; effettivamente la realizzazione di quest’ultimo segmento fu più complessa in quanto per attraversare la tortuosa Valle di Roveto fu necessario scavare 6 chilometri di gallerie.
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Il 27 maggio 1849 Giuseppe Garibaldi, che nel frattempo aveva proclamato la Repubblica nello Stato Pontificio, occupò Arce con le sue truppe e lasciò sventolare il tricolore sul campanile della chiesa. L’occupazione ebbe breve durata: un solo giorno.
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Nel mondo dello sport atleti arcesi hanno dato lustro al loro paese. Giuseppe Patriarca, pallavolista, nel suo ricco palmares vanta tra l’altro un titolo nazionale, uno scudetto spagnolo, una Coppa dei Campioni e una medaglia d’oro con la nazionale nella World League 1997; Danilo Rossi, cinque volte Campione del Mondo di kart dal 1990 al 1999; Stefano Pescosolido, tennista, nazionale in Coppa Devis dal 1990 al 1997, due volte vincitore dei Campionati assoluti d’Italia, vincitore di due titoli ATP, nel 1992 ottiene la posizione n. 42 nel ranking mondiale.
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L’antica Fregellae, localizzata in territorio arcese ma distante dal paese, nelle vicinanze dell’attuale confine con Ceprano, fu edificata dai romani nel 328 a.C. come avamposto in funzione della loro espansione verso il meridione della penisola. Divenne tra i più importanti centri abitati del Lazio meridionale. La fiorente colonia conobbe periodi di notevole sviluppo al centro di traffici e di commerci, circondata da fertili valli ricche di acque. Ma nonostante il prestigio raggiunto, quando nel 125 a.C. si ribellò al governo romano che non aveva voluto concedere la cittadinanza romana ai fregellani, venne inesorabilmente rasa al suolo e mai più venne riedificata. La cittadinanza era importante perché grazie ad essa i cittadini potevano partecipare alla spartizione gratuita delle terre demaniali.
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Già prima dell’avvento dei Romani il Fiume Liri divenne linea di confine (nel 354 a.C. tra Romani e Sanniti). Con l’arrivo dei Longobardi (702) vi ridivenne di nuovo e stavolta ininterrottamente fino al 20 settembre 1870, giorno in cui ci fu la presa di Roma (nota come Breccia di Porta Pia) e tutta l’Italia venne unificata. Anche se il Liri rappresentava una netta demarcazione, nei secoli vi furono accese dispute tra i popoli confinanti. L’ultimo atto si ebbe con il trattato firmato il 26 settembre 1840 con cui si tracciò definitivamente il confine dal Mar Tirreno (Terracina) al Mar Adriatico (Porto d’Ascoli). In corrispondenza di Ceprano, città pontificia proiettata in un’ansa del Liri verso il Regno Borbonico, la Chiesa si assicurò una porzione di terreno al di là del Liri per garantirsi una maggiore protezione. Ecco perché per delimitare quest’area fu necessario collocare dei cippi che, nello specifico, vanno dal n. 138 al n. 150 (c’è anche un 141A).
Per completezza d’informazione aggiungiamo che il numero complessivo dei cippi posti tra i due mari era pari a 686. La numerazione però va da 1 a 649; gli altri vennero aggiunti successivamente e di conseguenza per individuarli al numero del cippo precedente fu aggiunta una lettera.
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Arce, terra di confine per secoli. Arce fondamentale snodo stradale nel corso dell'800. Un intreccio di strade straordinario per l'epoca, e tutto nel territorio arcese!
I Borboni, reali di Napoli, seguivano con interesse il considerevole sviluppo industriale che nel sorano si andava generando, grazie alle innovative fabbriche che sempre più numerose si costruivano sfruttando la forza motrice che i tanti corsi d’acqua generavano. Sora, Isola, Arpino diventavano sempre più centri di grande sviluppo economico. Bisognava necessariamente ben collegarli alla capitale del regno. E poi c’erano le truppe militari che avevano bisogno di muoversi meglio e più rapidamente per la difesa dei confini del regno. I lavori della nuova strada “consolare” Napoli-Sora (nel frusinate andò a sostituire il vecchio e inadeguato tracciato pedemontano) iniziarono nel 1794 e si conclusero solo nel 1821 (il periodo napoleonico ne rallentò la realizzazione). In Provincia di Frosinone buona parte dell’antico percorso oggi corrisponde alla via Casilina mentre tra Arce e Sora (tranne un tratto nel territorio di Fontana Liri) è rimarcato dalla S.R.82 Valle del Liri.
Subito dopo venne costruita anche la strada di collegamento che, da Ceprano (città papalina) ad Arce, univa la via Latina, proveniente da Roma, con la nuova consolare. E su questo tratto (di pochi chilometri) si andò ad innestare l’altra grande strada borbonica (la Civita-Farnese) che, da Itri, univa l’antica Appia e con essa l’area portuale di Gaeta alla consolare sopra descritta e quindi all’area industriale di Sora. Venne realizzata in soli due anni, dal 1853 al 1855.
Su tutte queste vie furono collocate le pietre miliari (nel 1823 sulla Napoli-Sora) e su tutte venne inciso il numero progressivo che ne indicava la distanza da Napoli.


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