ARPINO
altezza m. 447
abitanti 7020 circa
altezza m. 447
abitanti 7020 circa
Come
arrivare
In autostrada si esce al casello di Ceprano. Si seguono le indicazioni per Sora/Arce e ci si immette sulla SS6 Casilina. Dal casello, dopo 10 chilometri, ad Arce si lascia la Casilina e si gira verso Sora/Avezzano. Altri 2/3 chilometri e si arriva a Fontana Liri Inferiore. Dalla piazza centrale del paese inizia la strada per Arpino.
In autostrada si esce al casello di Ceprano. Si seguono le indicazioni per Sora/Arce e ci si immette sulla SS6 Casilina. Dal casello, dopo 10 chilometri, ad Arce si lascia la Casilina e si gira verso Sora/Avezzano. Altri 2/3 chilometri e si arriva a Fontana Liri Inferiore. Dalla piazza centrale del paese inizia la strada per Arpino.
Presentazione
La cittadina vanta origini antichissime. I resti
esposti nella piazza centrale lo dimostrano ampiamente; in particolare si
tratta di un tratto di strada con pavimentazione basolata così come solo gli
ingegnosi Romani sapevano realizzare, oltre duemila anni or sono. E i
personaggi storici che qui nacquero contribuirono con la loro saggezza ed
abilità a dare fama e gloria alla potente Roma (sopra tutti Caio Mario e Marco
Tullio Cicerone).
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E’ Piazza Municipio la piazza a cui si fa
riferimento. Rappresenta il centro della cittadina in tutti i sensi.
Essenzialmente luogo di incontri, vi prospettano i maggiori edifici civili e
religiosi. Elegante, accogliente, un vero salotto a cielo aperto. Testimonianza
di un centro abitato che nonostante la posizione decentrata, lontana dalle
grandi vie di comunicazione, riesce a mantenere integra la propria vivacità e
la propria identità. E non tralascia l’aspetto culturale con l’evento del
Certamen che si ripete ogni anno. Meritevoli di visita i vicoli cittadini costeggiati
dai numerosi palazzi signorili, nonché dalle chiese, anch’essi a ricordare di un
passato ricco e prosperoso.
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Chi decide di visitare Arpino non può non recarsi
sulla Civitavecchia, l’antica acropoli che mantenne la funzione di centro
fortificato anche in epoca medioevale. Contraddistinta da lunghi tratti di mura
megalitiche, custodisce un Arco a sesto acuto, coevo alle mura, di fattezza
unica. Elenco dei monumenti
- Chiesa San Michele Arcangelo - costruita sul sito di un tempio pagano probabilmente dedicato ad Apollo e alle Muse; originaria dei primi secoli del Cristianesimo, venne restaurata in forme barocche nel ‘7-800. All’interno: sull’altare maggiore una tela del Cavalier d’Arpino (in chiesa dell’artista arpinate del ‘600 vi sono anche altre opere); del ‘700 vi sono l’organo, il pulpito in legno e il battistero; alcuni affreschi risalgono all’VIII-IX secolo; nella navata destra vi è una Croce stazionale di scuola toscana del ‘300
- Chiesa Santa Maria Assunta di Civita - costruita sul sito di un tempio pagano dedicato a Mercurio Lanario; originaria dei primi secoli del Cristianesimo, il primo documento è del 1038, venne rifatta alla fine del ‘700 in stile barocco, altri interventi sono stati eseguiti nel ‘900. All’interno: statua lignea dell’Assunta risalente al medioevo, numerose tele di cui due del Cavalier d’Arpino, nell’abside le statue di San Pietro e San Paolo di inizio ‘900
- Chiesa Sant’Andrea - prima notizia 1084, ricostruita nel ‘200, restaurata nel 1533 e nel 1780, pala dell’altare maggiore del Cavalier d’Arpino, pulpito ed organo del ‘600
- Monastero delle benedettine - prime notizie del 1249, adiacente la Chiesa Sant’Andrea, ospita le suore di clausura
- Palazzo Boncompagni - in piazza centrale, a forma di “elle”, l’aspetto odierno è di inizio ‘800
- Palazzo del Tulliano - in piazza centrale, ospita il Liceo Ginnasio, aspetto attuale del 1890 dovuto all’unione di preesistenti edifici tra cui il seicentesco convento di suore
- Palazzo Iannuccelli - su Via Aquila Romana
- Palazzo Cesari - del ‘600, residenza del pittore Giuseppe Cesari detto Cavalier d’Arpino
- Palazzo Quadrini Borromeo - in Corso Tulliano, della seconda metà dell’800
- Palazzo Sangermano - in Corso Tulliano
- Palazzo Quadrini - nel quartiere Civita
- Palazzo Morricone - nel quartiere Civita
- Palazzo Incagnoli - nel quartiere Civita
- Palazzo Battiloro - nel quartiere Civita, chi oltrepassava le catene poste davanti l’ingresso otteneva il diritto d’asilo (vedi sotto)
- Castello Ladislao - prima notizia in un documento di Carlo d’Angiò del 1269, fu ingrandito dal Re di Napoli Ladislao d’Angiò-Durazzo che nel 1409 vi soggiornò
- Chiesa Santa Maria di Loreto - poco distante dal castello
- Decumano romano - antica strada romana nella piazza centrale
- tratto di strada romana in Via dell’Aquila Romana
- Porta Napoli
- Porta del Ponte
- Fontana dell’Aquila - XVII secolo
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Civitavecchia - l’Acropoli:
- Mura ciclopiche - di epoca romana o pre-romana
Arco a sesto acuto - dello stesso periodo delle mura ciclopiche
Arco a sesto acuto - dello stesso periodo delle mura ciclopiche
- Torre di Cicerone - medioevale
- Chiesa San Vito - del ‘500
- Chiesa SS. Trinità - del 1720, per volere del cardinale Giuseppe Pesce, privata
w Santuario
San Girolamo - a mezza costa tra Arpino centro e Civitavecchia
Brevi cenni
di storia
Sull’acropoli di Civitavecchia un primo nucleo già esisteva
in epoca preromana sotto il dominio dei Volsci prima e dei Sanniti dopo. In
epoca romana, in particolare nel periodo repubblicano, conobbe il suo miglior periodo.
Nel 702 i Longobardi di Gisulfo I, duca di Benevento, occuparono Arpino, Sora ed Arce.
Nel 702 i Longobardi di Gisulfo I, duca di Benevento, occuparono Arpino, Sora ed Arce.
Dopo il Mille arrivarono i Normanni. Nel ‘200 il borgo fu
coinvolto nelle lotte tra Papato e Svevi; quest’ultimi lo devastarono nel 1229
e nel 1252 (in questa seconda circostanza vennero cancellate preziose tracce
dell’antichità).
Durante il XIV secolo, sotto il regno dei D’Angiò, appartenne
agli Etendard (italianizzati in Stendardo) e ai Cantelmo.
Nel 1409, grazie al Re di Napoli Ladislao, Arpino divenne
città autonoma, non più limitata dai vincoli feudali; lo stesso Ladislao spesso
soggiornò nel castello che ancora oggi porta il suo nome. Alla fine del secolo
passò ai D’Avalos che si erano precedentemente imparentati con i De Aquino.
Il 05 maggio 1583 Giacomo Boncompagni, figlio di Papa Gregorio XIII e già duca di Sora, acquistò da Alfonso d’Avalos de Aquino i borghi di Arpino, Aquino e Roccasecca. La famiglia Boncompagni ne tenne il possesso fino al 12 agosto 1796, data in cui tutti questi territori tornarono in possesso del Regio Demanio.
Il 05 maggio 1583 Giacomo Boncompagni, figlio di Papa Gregorio XIII e già duca di Sora, acquistò da Alfonso d’Avalos de Aquino i borghi di Arpino, Aquino e Roccasecca. La famiglia Boncompagni ne tenne il possesso fino al 12 agosto 1796, data in cui tutti questi territori tornarono in possesso del Regio Demanio.
il quartiere che si affaccia sulla piazza
Qualche notizia
Ad Arpino nell’anno 156 a.C. nacque Caio Mario, uomo militare
e politico. Fu eletto Console di Roma ben sette volte; nessun’altro venne
eletto così tanto.
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Nel 106 a.C. ad Arpino nacque un altro “grande” della storia
romana: Marco Tullio Cicerone, scrittore, oratore, filosofo, nonché politico.
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Nei primi anni del Novecento venne demolita una consistente
porzione del Palazzo Cesari. Ciò avvenne in quanto era necessario realizzare un
comodo accesso alla cittadina sul versante nord, in direzione Sora ed Isola del
Liri.
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Ogni anno ad Arpino si svolge il “Certamen Ciceronianum
Arpinas”: E’ organizzato dal Centro Studi Umanistici “Marco Tullio Cicerone”.
Vi partecipano studenti inscritti all’ultimo anno di Liceo Classico provenienti
da ogni parte del mondo. Questi devono impegnarsi a tradurre e commentare brani
estratti dalle opere di Cicerone. I migliori vengono premiati in una cerimonia
finale che si svolge nella centrale Piazza Municipio.
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Il Palazzo Battiloro, nel quartiere Civita, conserva
una peculiarità: ai lati del portale vi è murata una catena. Questa vi venne
fatta apporre dal Re di Napoli Carlo III in occasione di una sua visita avvenuta
nel 1744. La catena simboleggiava il diritto di asilo. In pratica tutti coloro
che non volevano essere sottoposti al giudizio locale si rifugiavano
nell’edificio per essere poi giudicati direttamente dalla giurisdizione del
sovrano.
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Ad Arpino, con l’avvento dell’industrializzazione,
furono installati diversi lanifici. I primi impianti vennero realizzati dal
tecnico francese Baduel; i suoi tentativi andarono falliti, ma egli, grazie alle
sue innovative tecnologie, ebbe il grande merito di aver aperto la strada al
nuovo settore. Già a metà ‘700 un quarto degli arpinati lavorava nell’industria
laniera. Nell’800 si ebbe un incremento della produzione e ad Arpino si
raggiunse il ragguardevole numero di ben quaranta fabbriche. Ma con l’Unità
d’Italia mutarono gli equilibri a seguito del nuovo assetto territoriale che
spostava gli interessi economici verso il nord. Gli effetti, purtroppo, furono
devastanti: i lanifici arpinati entrarono in crisi e, nonostante le
manifestazioni di protesta degli operai, furono destinati alla chiusura. Da
ricordare che, nel miglior periodo, anche il Castello Ladislao fu coinvolto:
venne ulteriormente ingrandito e divenne sede del lanificio Ciccodicola.
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La città di Cicerone, uomo di cultura, si è distinta
anche nell’attività della tipografia, non a caso collegata al mondo della
cultura. Il maggior sviluppo si ebbe tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
Tra tutte le tipografie quella con il maggior numero di dipendenti fu la
“Tipografia Arpinate”.
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Dalla seconda metà dell’800 alla metà del ‘900 Arpino
ha avuto un’importante scuola di maestri liutai, specializzati nella
costruzione di mandolini prima e di violini e chitarre dopo. Il maestro più
illustre fu Luigi Embergher; altro grande liutaio fu Domenico Cerrone, suo
allievo.
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Che il territorio del frusinate sia molto bello,
sotto tutti i punti di vista, è noto (in realtà non a molti, purtroppo); così
come è noto che coloro stessi che vi vivono non lo apprezzino e valorizzino
come invece meriterebbe. Fortunatamente, al contrario, c’è gente che si parte
da lontane terre per venire a vivere in queste zone, apprezzandone la natura,
l’ambiente, il clima, l’arte, la cultura, la cucina. Ad Arpino, in particolar
modo, tale fenomeno si è manifestato in maniera evidente nell’ultimo decennio.
Numerosi sono i cittadini che hanno abbandonato la loro patria per venire a
godersi le meraviglie di quest’angolo della bell’Italia: inglesi, americani,
scandinavi, se non addirittura australiani! E per chi si dovesse trovare
nell’elegante piazza centrale di sera a passeggiare sarà normale sentir parlare
in lingua straniera.
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