PICO
altezza m. 190
abitanti 2770 circa
altezza m. 190
abitanti 2770 circa
Come
arrivare
Percorrendo l’Autostrada A1 e provenendo da Roma, si
esce al casello con l’indicazione di Ceprano. Subito vi è una rotatoria con
diverse indicazioni tra cui SS6 Casilina. Al successivo e vicinissimo bivio, a
sinistra, si gira in direzione Cassino/Frosinone/SS6 Casilina. Arrivati in
breve sulla statale, la si prende in direzione Cassino. Solo dopo 2 chilometri
c’è il bivio che introduce, verso destra, sulla SR82; la segnaletica indica
Itri, San Giovanni Incarico, Pico. Dopo 7 chilometri si arriva a San Giovanni
Incarico. Da qui per Pico si percorrono altri 8 chilometri.
Arrivando da Napoli si esce al casello autostradale di Pontecorvo. Seguendo la segnaletica (per Pontecorvo) si arriva in pochi chilometri e in pochi minuti nella cittadina pontecorvese. Nell’attraversare il centro abitato si segue la segnaletica per Pico (al primo importante incrocio manca e quindi si segue l’indicazione per Esperia). Da Pontecorvo per arrivare a Pico bisogna percorrere 10 km sulla SP628. Complessivamente dal casello autostradale sono 15,5 km.
Arrivando da Napoli si esce al casello autostradale di Pontecorvo. Seguendo la segnaletica (per Pontecorvo) si arriva in pochi chilometri e in pochi minuti nella cittadina pontecorvese. Nell’attraversare il centro abitato si segue la segnaletica per Pico (al primo importante incrocio manca e quindi si segue l’indicazione per Esperia). Da Pontecorvo per arrivare a Pico bisogna percorrere 10 km sulla SP628. Complessivamente dal casello autostradale sono 15,5 km.
Presentazione
Su un piccolo colle, si distende sul lato assolato.
In alto il Castello Farnese, quasi integro nelle mura perimetrali, osserva il
paese ai suoi piedi. La struttura viaria è semplice: due strade in leggera
pendenza (Via Landolfi più in alto e Via XXIV Maggio più in basso) tagliano il
centro abitato in orizzontale; su di esse convergono i numerosi vicoletti (i
Vichi) che salgono e scendono con pavimentazioni a gradini,
ma non eccessivamente ripidi. Sono tanti gli angoli
caratteristici che è interessante andare a ricercare tra alti palazzi, spesso
signorili.
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Oggi Pico si trova in posizione considerevolmente
decentrata rispetto le principali vie di comunicazione. Evidentemente un tempo
non era così. Alle pendici della catena montuosa degli Aurunci, è collocato
sulla Strada Statale 82 che in questo tratto si chiama Via Farnese. Tale strada
raggiunge Itri, paese pontino, ove immettendosi sulla Via Appia raggiunge il
mare in prossimità di Gaeta. Queste strade nei secoli scorsi erano di
fondamentale importanza perché, tagliando le catene montuose costiere (Aurunci,
Ausoni e Lepini) e attraversando vallate, univano le regioni interne con le
zone costiere favorendo il traffico e lo scambio di merci. Elenco dei monumenti
- Chiesa Sant’Antonino - del 1767, sui resti di una primitiva chiesa, ulteriori lavori completati nel 1913 e nel 1950
- Chiesa Santa Marina - XI secolo
- Chiesa San Rocco - XVI secolo
- Chiesa Santa Maria in Campo - XI secolo
- Castello Farnese - XI secolo, rifatto dai Farnese
- Porta San Rocco - comunemente chiamata Porta Dabbasso
- Casa Landolfi - casa natale dello scrittore Tommaso Landolfi (1908-1979)
- Palazzo Pompei - originario del X secolo, ampliato nei secoli XVI e XVIII, fino al ‘300 una delle due ali fu sede di un convento benedettino
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Parco naturale dei Monti Aurunci - occupa parte del territorio comunale
Brevi cenni
di storia
L’antico castello venne fatto costruire da Giovanni Scinto,
signore di Aquino; del 1049 è la prima testimonianza documentata. Nello stesso
anno, Giovanni e la moglie Alfarana donarono la Chiesa Santa Marina all’Abate
di Montecassino. Il borgo, situato non lontano dai confini tra il Regno di
Napoli e lo Stato della Chiesa e su una delle maggiori strade montane di
collegamento tra mare ed entroterra, fu spesso conteso dai nobili del tempo.
Per questo passò in successione: ai De Aquino, ai Dell’Aquila (conti di Fondi),
all’Abbazia di Montecassino, agli Angioini (1266) e agli Spinelli (1331). Nel
‘400 appartenne ai Della Rovere e successivamente fu amministrata direttamente
dal governo centrale di Napoli.
Nel 1542 divenne possesso della famiglia Farnese per volere di Ottavio, Duca di Parma e Piacenza. Di conseguenza, nel ‘700, fece parte degli Stati mediceo farnesiani. Nel 1742 il paese entrò nel Regno di Napoli e fu dunque acquistato dalle nobili famiglie locali dei Conti e dei Landolfi.
Nel 1542 divenne possesso della famiglia Farnese per volere di Ottavio, Duca di Parma e Piacenza. Di conseguenza, nel ‘700, fece parte degli Stati mediceo farnesiani. Nel 1742 il paese entrò nel Regno di Napoli e fu dunque acquistato dalle nobili famiglie locali dei Conti e dei Landolfi.
Torre del Castello con orologio
supportico
la SR82 per il mare e a destra l’ingresso al paese
Qualche notizia
La donazione della Chiesa Santa Marina all’Abate di
Montecassino, avvenuta nel 1049, è riportata sul portale dell’abbazia.
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Nel 2014 nel centro storico è stato realizzato il
Parco Letterario Landolfi, scrittore del ‘900 che nacque in questo borgo. Sono
pannelli collocati lungo i vicoli che riportano le opere dell’artista. Il
gemellaggio con Ronciglione (bel borgo della Tuscia nel viterbese) è legato
alla vita di Landolfi che morì proprio in quel paese.
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Il paese è rinomato anche per la manifestazione
automobilistica denominata “Rally di Pico”.
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I Farnese (che dal XVI al XVIII secolo governarono
queste terre) erano una delle tante ricche e nobili famiglie romane che, in
quell’epoca, erano continuamente impegnate ad acquisire nuove proprietà per
allargare i loro possedimenti. Divennero duchi di Parma e Piacenza, nonché
duchi di Castro. Il Ducato di Castro era situato nell’alta Tuscia laziale, ai
confini con la Toscana; comprendeva, tra gli altri, l’antico borgo medioevale
di Farnese, luogo d’origine dell’omonima antica famiglia. Il centro storico di
Farnese, su un blocco tufaceo, mantiene intatto, ancor oggi, l’aspetto
medioevale.
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