ATINA
altezza m. 481
abitanti 4200 circa
altezza m. 481
abitanti 4200 circa
Come
arrivare
Percorrendo la superstrada Cassino-Sora si prende l’uscita con l’indicazione di Atina. Pochi minuti e si entra nell’abitato. In autostrada si esce al casello di Cassino.
Percorrendo la superstrada Cassino-Sora si prende l’uscita con l’indicazione di Atina. Pochi minuti e si entra nell’abitato. In autostrada si esce al casello di Cassino.
Presentazione
Adagiata su di un piccolo colle, ai piedi del Monte
Morrone ed ai margini della Valle di Comino. Posizionata in prossimità di un
varco, tra due gruppi montuosi, da cui si raggiunge agevolmente la piana di
Cassino. Un ampio ed elegante largario, Piazza Giuseppe Garibaldi, accoglie i
visitatori introducendoli attraverso l’antica Porta dell’Assunta (o di San
Rocco) nel centro storico. Superata la porta, in breve si raggiunge il mastodontico
Palazzo Ducale (Palazzo Cantelmo); adiacenti vi sono Piazza Guglielmo Marconi e
Piazza Veroli ove prospettano la Cattedrale e il Palazzo Prepositurale. Girando
per i vicoli del ristretto borgo medioevale, numerosi sono gli eleganti palazzi
signorili costruiti tra il XVI e il XVIII secolo.
Elenco dei monumenti
- Palazzo Cantelmo o Palazzo Ducale - costruzione iniziata nel 1350, in stile gotico, dal 1870 sede del Comune, l’ultima ristrutturazione è del 2009; all’interno la Cappella di Sant’Onofrio e il Salone di rappresentanza
- Cattedrale di Santa Maria Assunta - la prima testimonianza documentata è del 1208, ampliata nel 1280, ristrutturata in seguito al terremoto del 1349, nel 1405 venne realizzato il campanile, ad inizio ‘500 vi fu un consistente ampliamento, l’attuale forma barocca è conseguenza dei lavori intrapresi tra il 1725 e il 1746; ulteriori interventi si ebbero dopo il terremoto del 1873, l’ultimo conflitto mondiale e il terremoto del 1984. All’interno: coro ligneo di fine 800, battistero ligneo del 1750, organo del 1737, pulpito del 1738, molte tele ed affreschi sono di scuola napoletana
- Convento San Francesco - iniziato nel 1630, con chiostro e chiesa
- Palazzo Prepositurale - del 1598-1600, alloggio per pellegrini forestieri, con lungo porticato, voluto dal Cardinale Tolomeo Gallio Duca di Alvito
- Palazzo Visocchi - già esistente, assunse la forma attuale nel ’700, con cappella privata
- Palazzo Palombo - del secolo XVII, ultimato nel XVIII, sul luogo ove vi era una torre
- Palazzo Bologna - già esistente, assunse la forma attuale nel ’700
- Palazzo Marrazza - fine XVII secolo
- Palazzo Sabatini - del 1648
- Porta dell’Assunta o di San Rocco - del XIV sec., rifatta nel 1760 e ricostruita nel 1948
- Porta Santa Maria - del XIV secolo
- resti di mura poligonali
Altro da visitare fuori dal centro storico
- Area archeologica San Marco - vicino il cimitero:
- resti di una domus
resti di una strada basolata
tratti di mura in reticolato
epigrafi varie
tratto di mura poligonali
resti della Chiesa di San Pietro
resti di una strada basolata
tratti di mura in reticolato
epigrafi varie
tratto di mura poligonali
resti della Chiesa di San Pietro
- Collina di Santo Stefano:
ruderi medioevali
mura poligonali
mura poligonali
- Santuario Santa Maria del Carmine - frazione di Rosanisco
- Ferriera di Rosanisco - realizzata dai Borboni dopo il 1852
Piazza Giuseppe Garibaldi e Colle Santo Stefano
Brevi cenni
di storia
A guardia del passo sulla strada che univa Sora e
Cassino ebbe un importante ruolo già nell’antichità. Città Volsca, appartenne
poi alla Lega Sannitica e subì quindi, nel IV secolo a.C., l’occupazione dei
Romani. Virgilio (70 a.C-19 a.C.) nella sua opera la definì “Atina Potens”,
riconoscendole la meritata grandezza dovuta alla vicinanza delle miniere di
ferro (limonite) dei Monti della Meta. Divenuta Municipio, in età imperiale
continuò a svilupparsi arricchendo il suo patrimonio architettonico ed artistico.
Nel 568 fu distrutta dai Longobardi e nel 626 fu
ricostruita. In successione entrò nell’orbita del Ducato di Benevento, della
Contea di Capua e del Regno Normanno di Napoli. Alla fine del XII secolo appartenne
al Monastero di Montecassino, successivamente ai De Aquino.
Nei secoli seguenti, sotto le famiglie dei Cantelmo (1359-1458), dei Cardona e poi dei Gallio (1595-1795), appartenne al Ducato di Alvito (Contea fino al 1606).
Nei secoli seguenti, sotto le famiglie dei Cantelmo (1359-1458), dei Cardona e poi dei Gallio (1595-1795), appartenne al Ducato di Alvito (Contea fino al 1606).
cortile interno del Palazzo Ducale
epigrafe romana su Palazzo Prepositurale
Qualche notizia
Il sommo Cicerone scrisse: “Atina madre di molti
uomini illustri, tanto che nessuna città d’Italia può dirsi più ricca”. Uomini
che occuparono incarichi di prestigio sia nella vita amministrativa, sia nelle
attività militari.
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Fu la famiglia Visocchi, nel 1841, a costruire una
cartiera nell’odierna frazione di Ponte Melfa. Pasquale Visocchi (sindaco dal
1847 al 1850) ebbe la collaborazione del francese Pierre Poche che si procurò
in Francia le attrezzature necessarie. Per capire l’importanza che quest’attività
ebbe sul territorio occorre sapere che nel 1870 la fabbrica impegnava ben 120
operai.
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E fu sempre Pasquale Visocchi, a partire dal 1860, a
dar vita al rinomato Cabernet di Atina. Ed anche in questo caso si servì dalla
Francia, facendo giungere vitigni originari di quelle terre. I suoi vini furono
esportati anche all’estero fino agli anni ’50 dello scorso secolo. Negli anni
’90 alcuni viticoltori ripresero la produzione e nel 1999 ottennero la
denominazione DOC. Alla coltivazione partecipano attualmente tutti i comuni del
circondario.
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Il Palazzo Prepositurale fu costruito per volere di
Tolomeo Gallio che volle creare un luogo d’accoglienza per i visitatori, in
particolar modo in occasione delle feste patronali, al fine di offrire loro un
comodo alloggio.
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Atina è gemellata con la città Svizzera di Basilea.
Il motivo è molto semplice: nel 44 a.C., Lucio Munazio Planco, generale di Cesare,
diede inizio alla fondazione di questa città. E Lucio Munazio Planco era nativo
di Atina!
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Della famiglia Visocchi ci fu anche Luigi Visocchi,
ingegnere nato nel 1889. Ebbe il merito di collaborare con Umberto Nobili nella
realizzazione dei dirigibili che dovevano raggiungere il Polo Nord. E lo seguì
anche in Russia quando i sovietici incaricarono Nobile per costruire aeronavi.
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