ROCCADARCE
altezza m. 507
abitanti 940 circa
altezza m. 507
abitanti 940 circa
Come
arrivare
Provenendo da Roma, in Autostrada si prende l’uscita per Ceprano. Si seguono le
indicazioni per la SS6 Casilina e per Cassino/Arce; raggiunta la vicina statale
la si percorre per circa 9 km dopodiché si entra ad Arce. Percorrendo la
Casilina, nel centro abitato, all’altezza dell’incrocio semaforico, si svolta a
sinistra in direzione Arce centro/Roccadarce. Seguendo la segnaletica, si
arriva a Roccadarce dopo altri 4,5 chilometri.
Provenendo da Napoli, in Autostrada si prende l’uscita per Pontecorvo. Svoltando verso sinistra si raggiunge in breve la SS6 Casilina (km 2,5). Si svolta ancora a sinistra, si percorre la statale in direzione Sora/Frosinone per km 11,9 e si arriva nel centro abitato di Arce. All’altezza dell’incrocio semaforico, si svolta a destra in direzione Arce centro/Roccadarce. Seguendo la segnaletica, si arriva a Roccadarce dopo altri 4,5 chilometri.
Provenendo da Napoli, in Autostrada si prende l’uscita per Pontecorvo. Svoltando verso sinistra si raggiunge in breve la SS6 Casilina (km 2,5). Si svolta ancora a sinistra, si percorre la statale in direzione Sora/Frosinone per km 11,9 e si arriva nel centro abitato di Arce. All’altezza dell’incrocio semaforico, si svolta a destra in direzione Arce centro/Roccadarce. Seguendo la segnaletica, si arriva a Roccadarce dopo altri 4,5 chilometri.
Presentazione
Un balcone sul mondo. Un panorama incomparabile. A
ridosso dell’antico confine tra Regno di Napoli (di cui faceva parte) e dello
Stato della Chiesa, all’epoca, alto in cielo, appariva agli occhi dell’esercito
nemico una fortezza impressionante.
I ripidi vicoli
del piccolo borgo, di origine medioevale,
testimoniano ancora oggi l’asprezza del sito. I più rappresentativi, via Re
Manfredi e via Conte Diopoldo, tra i palazzi più importanti del paese, partendo
dal basso, conducono fin sul piazzale della parrocchiale di San Bernardo, ai
piedi delle poche mura rimaste di quella che fu una fortezza quasi inespugnabile.
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Salire su Roccadarce non significa solo andare a visitare un
antichissimo borgo ricco di storia; salire su Roccadarce significa anche andarsi
a godere un panorama tra i più spettacolari dell’intera provincia. Piazza
Federico Lancia
in realtà è una vera e propria terrazza che, a strapiombo sulla sottostante pianura, lascia inevitabilmente i visitatori incantati ed ammirati dell’ampia vista che si gode sulla vallata e sui lontani (ma da quassù sembrano vicini) monti del litorale.
Elenco dei monumenti
- Chiesa San Bernardo - in origine era una cappella, nel 1561 ampliamento che la rese a tre navate, tra il 1698 e il 1735 trasformazione in una sola grande navata e cappelle laterali, torre campanaria del 1878, nuovi restauri dopo i danni dell’ultimo conflitto; all’interno sull’altare maggiore quadro dell’800, nelle cappelle laterali opere pittoriche del sei-settecento
- Chiesa San Rocco - di origine incerta ma sicuramente antica, probabilmente edificata su un preesistente tempio pagano
- Palazzo Raimondi - con Museo dei fossili del pensiero dell’arte
- Arco famiglia Lancia
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- resti mura del castello - della metà del X secolo, ulteriormente fortificato a partire dal 1230 per volere dell’Imperatore Federico II, semidistrutto nel corso degli ultimi bombardamenti
- Chiesa Sant’Agostino - in pianura vicino la Casilina, adiacente il centro abitato di Arce
- Chiesa Madonna della Sedia o del Monte
Piazza Federico Lancia
antico palazzo
Brevi cenni
di storia
L’Arx Fregellana o l’Arx Volscorum già esisteva prima dell’avvento
dei Romani.
L’attuale nucleo trovò le basi nei secoli del Medioevo, quando l’incastellamento diventò la necessità dei popoli che dovevano difendersi dalle invasioni dei barbari e dei Saraceni. Presto divenne una fortezza di confine di primaria importanza, prossima ai confini tra lo Stato della Chiesa e il Regno meridionale, quest’ultimo oggetto di conquista di popoli nordici. Con l’avvento dei Normanni, nel 1038 la rocca fu occupata da Riccardo, Conte di Caserta. Successivamente, Ruggero II d’Altavilla, nominato re di Sicilia, volle avere il controllo diretto della rocca situata in un luogo strategico. In considerazione della sua posizione, continue furono le vicende che interessarono la fortezza e che coinvolsero tutti i maggiori personaggi del medioevo. Tutte le vicende storiche che videro il continuo alternarsi di re, imperatori, nobili e condottieri impegnati nella conquista del Meridione, coinvolsero sempre la fortezza rocchigiana. Uno degli eventi di maggior rilievo fu, nel 1266, la conquista della rocca da parte di Carlo D’Angiò che poté così facilmente occupare il resto del Meridione e dare inizio al lungo Regno Angioino, prima dell’avvento degli Aragonesi nel 1442. Appartenuta ai Gianvilla e ai Cantelmo, nel 1472 passò ai Della Rovere. Nel 1580 il Ducato di Sora, con Arce e Roccadarce, fu acquistato dai Boncompagni che lo mantennero fino al 1796, anno in cui il territorio tornò al regio demanio.
L’attuale nucleo trovò le basi nei secoli del Medioevo, quando l’incastellamento diventò la necessità dei popoli che dovevano difendersi dalle invasioni dei barbari e dei Saraceni. Presto divenne una fortezza di confine di primaria importanza, prossima ai confini tra lo Stato della Chiesa e il Regno meridionale, quest’ultimo oggetto di conquista di popoli nordici. Con l’avvento dei Normanni, nel 1038 la rocca fu occupata da Riccardo, Conte di Caserta. Successivamente, Ruggero II d’Altavilla, nominato re di Sicilia, volle avere il controllo diretto della rocca situata in un luogo strategico. In considerazione della sua posizione, continue furono le vicende che interessarono la fortezza e che coinvolsero tutti i maggiori personaggi del medioevo. Tutte le vicende storiche che videro il continuo alternarsi di re, imperatori, nobili e condottieri impegnati nella conquista del Meridione, coinvolsero sempre la fortezza rocchigiana. Uno degli eventi di maggior rilievo fu, nel 1266, la conquista della rocca da parte di Carlo D’Angiò che poté così facilmente occupare il resto del Meridione e dare inizio al lungo Regno Angioino, prima dell’avvento degli Aragonesi nel 1442. Appartenuta ai Gianvilla e ai Cantelmo, nel 1472 passò ai Della Rovere. Nel 1580 il Ducato di Sora, con Arce e Roccadarce, fu acquistato dai Boncompagni che lo mantennero fino al 1796, anno in cui il territorio tornò al regio demanio.
Vicolo Conte Diopoldo
dal castello si domina la valle
dalla Chiesa di San Bernardo
veduta sul gruppo montuoso di Monte Cairo
veduta sul gruppo montuoso di Monte Cairo
Qualche notizia
Roccadarce ed Arce hanno avuto in passato sempre storia
comune. Nel corso del ‘300 si iniziò a distinguere Arce di Sopra con Arce di
Sotto. Le due comunità si divisero amministrativamente, in maniera definitiva,
intorno la metà del ‘700.
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Ai piedi dell’antichissima rocca, Quinto Cicerone, fratello
del famoso oratore romano Marco Tullio Cicerone, costruì una villa che ebbe il
nome di Arcanum; lo stesso nome prese l’originario villaggio che diventerà,
dopo secoli, Arce.
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In epoca medioevale la fortezza rocchigiana, considerata la
sua condizione di inespugnabilità e la sua posizione strategica sul confine tra
due stati, venne considerata e definita la “Chiave del Regno”.
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Piazza Federico Lancia è il centro del paese e si presenta
come una fantastica terrazza panoramica. Federico Lancia fu sindaco del piccolo
borgo dal 1885 al 1894. Ma prima che amministratore, fu medico; e proprio per
l’integerrimo impegno in cui si distinse nel curare i suoi pazienti malati di
colera e per la morte che lo colse perché anch’egli colpito dalla terribile
infezione, gli venne intitolato il luogo più frequentato del paese.
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