SANT’AMBROGIO SUL GARIGLIANO
altezza m. 137
abitanti 960 circa
Come
arrivare
Si esce al casello autostradale di San Vittore del
Lazio. Si prende verso destra la SS430 in direzione S.Apollinare/Castelforte e
la si percorre per 3,2 km. Arrivati ad un incrocio a destra, con l’indicazione
di Sant’Ambrogio, si svolta. Si percorrono altri 3,1 km e si arriva ad un altro
incrocio sulla sinistra da dove in poche centinaia di metri si entra nel centro
abitato.
Presentazione
La parte più elevata del paese è abbellita dalla
pavimentazione realizzata con i classici “sampietrini” scuri e decorata con disegni
geometrici in pietra calcarea bianca.
Le larghe, aperte e panoramiche piazze occupano
l’intero spazio tra la Torre Civica, simbolo del paese, e la chiesa
parrocchiale, sorta ove ebbe origine il primitivo abitato. Ad ingentilire il
luogo si trova il bel palazzo signorile d’epoca (con sottopasso) arricchito da
eleganti elementi architettonici.
Tutt’intorno si ammirano i vasti pioppeti che in
queste terre ricche di acqua si coltivano in gran quantità. Prima di accedere
alla parte alta, affissi ad una parete di contenimento, si incrociano una serie di dipinti su
ceramica che ricordano in maniera esplicita le devastazioni della guerra e la
rinascita del paese.
Elenco dei monumenti
- Torre Civica
- del 1831, ex Cappella Sant’Antonio
- Chiesa San
Biagio - XI secolo, sul luogo dell’originaria chiesa di Sant’Ambrogio,
all’interno crocifisso del
‘300, altare barocco
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- culture di
pioppeti - molto diffuse nel territorio, sviluppano un’importante economia nel settore
Brevi cenni
di storia
L’origine del paese risale all’epoca delle “curtis”, piccole
celle realizzate dai monaci benedettini per controllare e coltivare le terre a
loro donate (la donazione di Gisulfo, Duca di Benevento, è del 744) e che
andranno a costituire, a partire dall’VIII secolo, la Terra di San Benedetto
che, successivamente, raggiunse la massima espansione giungendo fino al mare.
Attorno queste celle, governate da monaci, si ristrinse la gente della campagna
andando a costituire dei primitivi piccoli nuclei. Nel corso del IX secolo i
Saraceni diedero vita a saccheggi e devastazioni costringendo le popolazioni
alla fuga. Con la loro definitiva sconfitta, avvenuta nel 915, ove
precedentemente vi erano le celle si riorganizzarono piccole comunità stavolta
fortificate (intorno l’anno 956), dando origine all’epoca dei “castrum”. Questi
nuclei assunsero con il tempo sempre più l’aspetto di veri e propri borghi e
dopo il Mille divennero delle comunità ben organizzate definite “Universitas
Civium”. Sempre, tuttavia, rimasero alle dipendenze dell’Abbazia di
Montecassino che comunque rimaneva proprietaria delle terre e dei borghi e
provvedeva ad eleggere direttamente le cariche pubbliche.
I primi documenti a noi giunti dove si legge di Sant’Ambrogio
risalgono al 961 e al 1275. Nel 1806, con l’avvento del regime napoleonico,
vennero aboliti i privilegi feudali. In questo periodo passò sotto
l’amministrazione di Sant’Apollinare. Dopo l’unificazione divenne comune
autonomo e aggiunse il nome “sul Garigliano”.
a ricordo degli eventi bellici
Qualche notizia
Il Fiume Garigliano nasce nel territorio comunale di
Sant’Ambrogio. Esso ha infatti origine nel punto in cui le acque del Fiume Liri
confluiscono con quelle del Fiume Gari.
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I “pioppeti” costituiscono una cospicua parte dell’ambiente
campestre del paese. Ai bordi del Garigliano le fertili ed umide terre sono
fondo ideale per la crescita di quest’albero utilizzato nelle cartiere locali
per la produzione di carta.
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Durante l’ultimo conflitto mondiale il paese visse tragicamente
gli eventi bellici che si susseguirono. Ebbe infatti la sventura di far parte
della fatidica Linea Gustav, lo sbarramento difensivo realizzato dai reparti
tedeschi per bloccare l’avanzata degli eserciti Alleati. Gli innumerevoli
bombardamenti subiti causarono la distruzione di gran parte del centro storico.
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