CAMPOLI APPENNINO
altezza m. 650
abitanti 1750 circa
altezza m. 650
abitanti 1750 circa
Come
arrivare
Da Sora bisogna prendere la Strada Regionale 666 in direzione Forca d’Acero/Pescasseroli. La strada ha inizio in prossimità dell’Ospedale Civile. Per Campoli Appennino, percorsi 3 km, si arriva ad un primo bivio, dopo altri 3 km ad un secondo bivio. In entrambi i casi il tempo necessario per arrivare in paese è quasi lo stesso (pochi minuti); dal secondo bivio si allunga leggermente ma la strada è migliore (consigliato).
Da Sora bisogna prendere la Strada Regionale 666 in direzione Forca d’Acero/Pescasseroli. La strada ha inizio in prossimità dell’Ospedale Civile. Per Campoli Appennino, percorsi 3 km, si arriva ad un primo bivio, dopo altri 3 km ad un secondo bivio. In entrambi i casi il tempo necessario per arrivare in paese è quasi lo stesso (pochi minuti); dal secondo bivio si allunga leggermente ma la strada è migliore (consigliato).
Presentazione
La straordinaria caratteristica di Campoli Appennino
è la sua posizione: si posa in circolo sul bordo di una profonda dolina di
natura carsica (detta il Tomolo) che a guardarla sembra la bocca di un vulcano.
Sul versante settentrionale si sviluppa il nucleo antico dominato da un’alta e
massiccia torre medioevale. Al centro del borgo un’ampia piazza rettangolare
con belvedere sul Tomolo. Poco più in basso si erge la parrocchiale di
Sant’Andrea preceduta da una piazzetta completamente rifatta in stile moderno.
E per chi vuole vivere un’esperienza inconsueta, può pazientemente appostarsi, in determinati orari, ed attendere l’uscita dell’orso che vive in cattività nell’area naturalistica creata nella dolina.
Elenco dei monumenti
- Torre - del XIII secolo, alta 25 metri
- Chiesa Sant’Andrea Apostolo - primo documento del 1291, rifacimenti del XVI-XVII secolo, barocca, facciata del 1883, all’interno stucchi e quadri del ‘700, altare maggiore ed organo anche del ‘700, pavimento in stile veneziano del 1881
- tratti di cinta muraria con torri di guardia
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Chiesa San Pancrazio - del 1521 è una prima cappellina, del 1594 è la chiesa, all’interno sull’altare maggiore tela del ‘600, statua lignea del 1804
- il Tomolo - profonda dolina, sul bordo si sviluppa il paese
- antico Mulino del Carpello con Torre di guardia - Carpello è una frazione
- Acquedotto di Nerone - di epoca romana, se ne trovano dei resti nella zona del Lacerno, molto probabilmente realizzato da Ottaviano (non da Nerone)
il Municipio
Brevi cenni
di storia
Esistono fonti che fanno risalire la nascita di Campoli al
293 a.C. Questo avvenne in quanto gli eserciti Romani, in lotta con i Sanniti,
distrussero potenti città dell’epoca quali Atina e Cominum e le popolazioni di
quei centri furono costrette a cercare rifugio in località più sicure dando
origine a nuovi villaggi.
Il territorio subì le devastazioni dei Longobardi nel VI secolo e dei Saraceni nell’863.
Tra la fine del XII e parte del XIV secolo la famiglia De Aquino mantenne il possesso del borgo. Con l’avvento dei Cantelmo nel 1382, dei Cardona nel 1515 e dei Gallio successivamente (1595-1795), l’abitato di Campoli seguì le sorti del Ducato di Alvito.
Il territorio subì le devastazioni dei Longobardi nel VI secolo e dei Saraceni nell’863.
Tra la fine del XII e parte del XIV secolo la famiglia De Aquino mantenne il possesso del borgo. Con l’avvento dei Cantelmo nel 1382, dei Cardona nel 1515 e dei Gallio successivamente (1595-1795), l’abitato di Campoli seguì le sorti del Ducato di Alvito.
caratteristico balconcino
ingresso…..arcuato
Qualche notizia
Il Tomolo è una profonda dolina di natura carsica,
profonda 130 m. e larga 600x430 m. In questa enorme cavità nel 2010 è stata
creata l”Area faunistica dell’Orso”, una riserva di 15 ettari di bosco e prati
ove possono vivere orsi provenienti da situazioni di grande disagio.
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Il Vallone Lacerno è un canyon scavato tra i monti
che spalleggiano Campoli Appennino. La profonda cavità in alcuni punti presenta
pareti molto alte e strette tra loro; lungo il percorso vi è anche una cascata
denominata “Cuccetto dell’Inferno”. Nel territorio locale è considerato
l’ambiente più selvaggio che si possa incontrare.
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Campoli è nota per la massiccia presenza nel suo
territorio del tartufo. Per molti campolesi la raccolta, la lavorazione e la
commercializzazione di questo prodotto è diventata una vera e propria attività.
Attività rivolta non solo al mercato nazionale ma esportata anche all’estero.
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