ACQUAFONDATA
altezza m. 926
abitanti 260 circa
altezza m. 926
abitanti 260 circa
Come
arrivare
Si deve percorrere la Statale Casilina nel tratto a sud di Cassino. Dall’autostrada vi si arriva prendendo l’uscita di Cassino o di San Vittore, a seconda che si arrivi da Roma o da Napoli. Sulla Casilina bisogna giungere al bivio di Cervaro e salire per questo paese (km 3,5). Arrivati nella piazza centrale si seguono le indicazioni per Viticuso e si prosegue per strada di montagna. Dopo ben 13 chilometri di salita (molto panoramica) si arriva alla Forcella di Cervaro a quota 1053! Si continua tra sali e scendi e dopo aver superato il paese di Viticuso si giunge ad Acquafondata (km 7,5 dalla forcella).
Si deve percorrere la Statale Casilina nel tratto a sud di Cassino. Dall’autostrada vi si arriva prendendo l’uscita di Cassino o di San Vittore, a seconda che si arrivi da Roma o da Napoli. Sulla Casilina bisogna giungere al bivio di Cervaro e salire per questo paese (km 3,5). Arrivati nella piazza centrale si seguono le indicazioni per Viticuso e si prosegue per strada di montagna. Dopo ben 13 chilometri di salita (molto panoramica) si arriva alla Forcella di Cervaro a quota 1053! Si continua tra sali e scendi e dopo aver superato il paese di Viticuso si giunge ad Acquafondata (km 7,5 dalla forcella).
In alternativa, da Cassino si può raggiungere Sant’Elia Fiumerapido; si prosegue quindi per Vallerotonda da dove si sale per Acquafondata.
Presentazione
Arrivando dalla vicina Viticuso, Acquafondata appare ergersi
a forma quasi conica su uno sperone roccioso; sulla sommità dell’abitato la
punta del tetto del campanile pone maggiormente in risalto l’affusolata forma
che si spinge verso l’alto. Le vecchie facciate delle abitazioni, alcune
rifatte altre da risistemare, sono la testimonianza palese di un antico borgo
di montagna, di costruzioni semplici, addossate l’un l’altra, divise da stretti
e ripidi vicoli che scendono a valle.
A valle dove un tempo si lavoravano i pochi terreni
coltivabili ma, soprattutto, si portavano al pascolo le greggi e le mandrie che
garantivano la sussistenza degli abitanti.
Un paese così, lontano dal mondo moderno e frenetico, adeguatamente risistemato (a regola d’arte naturalmente), offrirebbe al turismo meno tradizionale, alla ricerca di semplicità e di tranquillità, un luogo ideale ed apprezzato per vivere a contatto con la natura e nel più assoluto relax.
Un paese così, lontano dal mondo moderno e frenetico, adeguatamente risistemato (a regola d’arte naturalmente), offrirebbe al turismo meno tradizionale, alla ricerca di semplicità e di tranquillità, un luogo ideale ed apprezzato per vivere a contatto con la natura e nel più assoluto relax.
Elenco dei monumenti
- Chiesa San Giovanni Battista - inizio XI secolo, primo documento è del 1182, altare maggiore in marmo policromo del ‘700
- Chiesetta San Rocco - del 1692
- Palazzo baronale
- vecchie mura del castello inglobate nelle abitazioni
- La Porta - antica porta di accesso alle mura, situata sull’omonima piazzetta
- casa ove pernottò Umberto I di Savoia futuro Re d’Italia
- Lavatoio - di inizio ‘900
Altro da
visitare fuori dal centro storico
- Frazione di Casalcassinese - 70 abitanti, con Chiesa Sant’Antonio di Padova
- Santuario Madonna del Carmine - del 1841, sulla strada provinciale, Passo delle Serre
- Chiesa Santa Maria in Centumcellis - risalente all’Alto Medioevo, sulla via per Casalcassinese
- passeggiate escursionistiche in ambiente montano
Brevi cenni
di storia
Furono i Conti di Venafro a realizzare le prime opere
fortificate nella località che già precedentemente era denominata Acquafondata;
ciò avvenne intorno al 1019. Nel contempo gli abati di Montecassino
rivendicavano il possesso del territorio in seguito ad un’antica donazione del
744 fatta dal longobardo Gisulfo II Duca di Benevento. Questo portò alla distruzione
della primitiva opera da parte dell’esercito normanno accorso in aiuto
dell’Abate Atenolfo (1011-1022). Ma gli stessi Conti di Venafro ricostruirono
il castello che solo successivamente cedettero definitivamente al Monastero di
Montecassino; correva l’anno 1089. Nei secoli successivi, quasi sempre sotto le
dipendenze dell’Abbazia, i monaci disboscarono le terre ed iniziarono a coltivarle
favorendo il popolamento del borgo, grazie anche alla venuta di contadini
provenienti dalla Marsica e dal Molise. Nel 1460 vi fu la parentesi
dell’occupazione da parte del Conte di Trivento.
Solo nel 1806, con l’abolizione del sistema feudatario, ebbe
termine l’appartenenza al monastero benedettino e si passò sotto il controllo
diretto dell’autorità regia del Regno di Napoli. In questo periodo Acquafondata
venne unita, a costituire un’unica unità amministrativa, con i limitrofi borghi
di Viticuso e Casalcassinese. Il paese tornerà autonomo solo nel 1902.
Durante il secondo conflitto mondiale venne a trovarsi sulla Linea Gustav. La liberazione, da parte delle truppe francesi, giunse il 12 gennaio 1944.
Durante il secondo conflitto mondiale venne a trovarsi sulla Linea Gustav. La liberazione, da parte delle truppe francesi, giunse il 12 gennaio 1944.
il Municipio
Qualche notizia
Acquafondata è nota per il suo Festival della Zampogna. Nato
nel 1961, raggiunse il suo apice nell’edizione del 1986 quando nel piccolo
borgo giunsero oltre cinquecento musicisti e l’evento divenne di fama
internazionale. Oggi in paese esiste anche la Casa della Zampogna, una
struttura pubblica dove gli zampognari possono riunirsi ed esibirsi.
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Il fertile fondovalle che circonda il centro abitato
un tempo era un lago paludoso. Esso venne prosciugato grazie alla realizzazione
di un traforo che rese possibile lo scolo delle acque. L’opera ebbe inizio nel
1882 e terminò nel 1901. Tutto ciò è legato a un fatto storico. Quando il Re
d’Italia Umberto I e la Regina Margherita di Savoia, in viaggio da Roma verso
Caserta, fecero sosta a Roccasecca, in segno di riverenza molti comuni della
zona intervennero con i loro sindaci e le loro bande. Quella di Acquafondata fu
talmente apprezzata (musicò la Marcia Reale) dalla coppia reale che al sindaco
del paese fu chiesto di cosa avesse bisogno; e questo, per tutta risposta,
sollevò il grave problema degli acquitrini paludosi che circondavano il borgo
rendendo l’aria malsana ed insalubre.
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Umberto di Savoia, Principe di Piemonte (ultimo Re
d’Italia dal 9 maggio al 18 giugno 1946), pernottò ad Acquafondata in due
occasioni: il 4 marzo 1944, in visita alle truppe del Corpo Italiano di
Liberazione, e il successivo 4 maggio, in visita alle truppe Polacche del II
Corpo d’Armata. Queste ultime, comandate dal generale Wladyslaw Anders, ebbero
il merito di sfondare la Linea Gustav alle spalle di Montecassino sulla mitica
Quota 593, divenuta tragicamente famosa per la cruenta lotta ove, lottando
palmo a palmo, si sterminarono a vicenda, tra atroci sofferenze, tedeschi e
polacchi.
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Il 05 marzo 1944 le truppe francesi, impegnate in
prima linea contro l’esercito tedesco, vennero visitate dal Generale Charles De
Gaulle che, per l’occasione, sostò ad Acquafondata. De Gaulle, dopo la guerra,
ricoprì importanti cariche politiche fino a diventare, nel 1959, presidente
della repubblica francese.
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Il fenomeno dell’emigrazione tra questi monti ha
raggiunto livelli elevatissimi. Ad inizio ‘900 gli abitanti di Acquafondata
erano quasi 1700, oggi meno di trecento. In quel periodo i paesi maggiormente
raggiunti furono Filadelfia (Stati Uniti) e Lione (Francia). Nel secondo
dopoguerra tanta gente, oltre che l’estero, ha raggiunto Roma ed il Nord
Italia.
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Oltre alle classiche patate e fagioli, un particolare
prodotto tipico del luogo è costituito dai tanni. Un prodotto poco comune e non
commercializzato. E’ un ortaggio invernale; praticamente sono le piccole spighe
che crescono su una varietà di zucchine. Sapientemente preparati e cotti, i
tanni sono una pietanza povera, semplice, ma molto gustosa.
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